Non si tratta solo di un fastidio, ma a livelli piuttosto alti il rumore può anche arrivare ad apportare importanti danni fisici e psicologici su chi ne è sottoposto con regolarità. Non è un caso se esso viene regolato come se si trattasse di una vera e propria fonte di inquinamento, proprio come lo smog.
Esiste infatti l’apposito Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, in cui si parla specificatamente di rischio rumore, e degli obblighi cui il datore di lavoro deve adempiere per escludere ogni rischio che possa minare il sano stato psicofisico del lavoratore dipendente.
Nell’industria meccanica macchinari pericolosi in questi termini vengono utilizzati molto frequentemente. Luoghi come fabbriche e attività industriali in genere, sono sottoposti infatti a una stretta regolamentazione.
Il datore di lavoro è obbligato a mettere in atto tutte quelle pratiche che servono a contenere l’emissione del rumore e garantire non solo l’abbassamento dell’inquinamento acustico, ma anche la salute dei lavoratori. Ne sono un esempio i silenziatori per valvole pneumatiche, come quelli di produzione Copor, che riporteranno il rumore emesso dal macchinario ai livelli sicuri consentiti.
Esso si dovrà inoltre preoccupare della sensibilizzazione e della formazione del personale riguardo le pratiche di sicurezza.
Quali sono dunque i rischi da cui il lavoratore deve essere protetto? vediamoli insieme nel dettaglio
Rumore: i danni fisici per chi ne è sottoposto
Il caso più comune, banalmente, è la diminuzione dell’udito. Esso non va comunque sottovalutato, in quanto può arrivare ad essere altamente invalidante.
Caratterizzato da una diminuzione lieve ma costante, esso è reso molto più pericoloso dalla sua progressività. Chi ne è soggetto spesso non se ne rende conto finché non è troppo tardi e l’udito ha ormai subito danni irreparabili.
In genere la perdita dell’udito segue un percorso abbastanza standardizzato. Inizialmente si sperimenta dolore, anche abbastanza intenso, all’apparato uditivo. Successivamente esso scema, gradualmente, ma ciò non deve essere interpretato come un buon segno, dato che la diminuzione del dolore è dovuta alla ridotta sensibilità alla pressione sonora. Si tratta quindi dei primi segni di danni permanenti all’udito. Nei casi più gravi si arriva anche alla scomparsa quasi totale dell’udito.
I danni causati dal rumore vanno ben oltre l’udito. Le onde sonore hanno la capacità infatti di comportare variazioni fisiologiche dell’organismo, specialmente nelle sfere del sistema nervoso e di quello ormonale.
Recenti studi hanno anche dimostrato che esso influisce negativamente sull’apparato circolatorio. Aumento della pressione arteriosa, vasocostrizione, aumento della viscosità del sangue che scaturiscono in più alta probabilità di infarto e ictus. Fonti di rumore ad alta pressione, hanno inoltre la capacità di alterare permanentemente la frequenza cardiaca.
Oltre ai danni fisici esistono tutta una serie di danni psicologici che l’esposizione al rumore può comportare.
Oltre ai danni diretti meno dannosi, è stato dimostrato come un’esposizione costante al rumore possa portare sul lungo termine a disturbi cronici del sonno. Tali disturbi non si limitano soltanto alla difficoltà a prendere sonno, ma si estendono anche a risvegli improvvisi notturni, che sul lungo termine portano ad aumento di stress, variazioni nell’emotività e anche a stati di ansia cronici.
Vanno pure prese in considerazione problematiche apparentemente meno gravi come il semplice mal di testa o la ridotta capacità di concentrazione. Non solo diminuirà la qualità del lavoro, ma con essa anche la sicurezza del lavoratore. In situazioni pericolose, la non capacità di concentrarsi a dovere potrà avere risvolti anche catastrofici.