Si avvicina ormai la bella stagione e tutti coloro che sono dotati di due ruote, stanno procedendo con i vari rituali per riattivare e spolverare i loro mangia asfalto.
Sicuramente oltre all’abbigliamento si deve pensare anche al casco: come scegliere quello perfetto?
Sicuramente si devono considerare innanzitutto le sue caratteristiche, in secondo piano si devono valutare il prezzo e il fattore estetico.
Ricordiamoci che il casco per moto, dev’essere innanzitutto un dispositivo di sicurezza come ricordano sia latuamoto che motoreetto nelle varie recensioni disponibili nei rispettivi blog. In base a questo punto, possiamo affermare con fermezza che la prima parte da valutare, è la capacità d’assorbimento.
Non acquistate mai dei caschi che siano a prezzi mediocri o in luoghi inadatti: potrebbero non essere certificati. Un casco che si rispetti viene sempre testato dai tecnici e valutato in conformità alle norme vigenti.
Ad oggi la normativa più moderna e attualmente in vigore in Europa, è la ECE 22-05, individuabile sull’etichetta del casco con i numeri 05 (individuabile con i primi due numeri sulla sinistra della stessa, corrispondenti alle normative. 05 caratterizza la normativa citata, ndr).
I quattro numeri successivi, indicano i test a cui sono stati sottoposti e la lettera presente, indica invece il test che è stato eseguito. Si suddivide con le seguenti lettere: J per i caschi Jet o Demi Jet, P e P-J caschi modulari/ Crossover con mentoniera Protettiva che può essere utilizzata aperta o chiusa e, infine, NP: ossia caschi con mentoniera Non Protettiva.
Le ultime quattro cifre sono una semplice numerazione progressiva di produzione, solitamente chiamato numero d’immatricolazione. Non particolarmente utile in fase d’acquisto.
I materiali sono un’altra caratteristica importantissima. Vengono impiegati componenti come il kevlar e il carbonio, resistentissimi e leggeri, permettono un’ottima protezione unita ad un grande comfort.
Con queste caratteristiche il biker sarà notevolmente agevolato nei movimenti e nelle manovre.
A completare il tutto, sicuramente, vi è il montaggio artigianale del casco. Questo processo permette un doppio controllo in fase di assemblaggio. L’occhio di un esperto è in grado di vedere eventuali falle, mentre la sua esperienza consente un montaggio preciso e consono alla perfezione che deve possedere.
Quanti modelli di casco per moto esistono?
In Europa, per poter mettersi alla guida di una moto, bisogna indossare il casco adatto. La norma prevede che ogni modello, protegga almeno la scatola cranica. Non vi è l’obbligo, quindi, di indossare un casco con visiera, l’importante è che la testa sia protetta.
In base alla loro conformazione i caschi sono suddivisi in diverse categorie.
I Jet e i Demi Jet sono caschi privi di mentoniera, alcuni provvisti di visiera e/o parasole, altri senza. Il Jet è migliore, possiede anche la protezione per le guance e scherma meglio la nuca.
Questa tipologia di caschi è considerata la “basilare”: le loro caratteristiche sono il minimo previsto dalla normativa di sicurezza vigente. Hanno acquisito ampio mercato dopo il divieto dei caschi Cromwell o comunemente chiamati “a scodella”, banditi in tutta Europa (in Italia dal 2000 ed erano consentiti solo sui ciclomotori, ndr), data la loro pericolosità e inefficienza.
Vi sono poi i caschi modulari e integrali. Sono i caschi più conformi e protettivi: garantiscono completezza e minimizzano i danni in caso di impatto (rispetto ad altri modelli e se utilizzati come previsto dalle leggi).
Gli ultimi modelli, presentati recentemente sul mercato, sono i CPE (Casco Protettivo Elettronico), caschi per moto assemblati con sensori elettronici. Questi impediscono l’accensione del motore, qualora il biker non indossi in modo idoneo il casco.
Sono una tecnologia che fortunatamente sta diffondendosi rapidamente. Dopo l’avvento di questi modelli, gli incidenti mortali, con gravi lesioni dovute all’utilizzo improprio del casco, sono scesi notevolmente.
Casco da Cross, casco da centauro, design, meno design?
Tutti i caschi col tempo sono diventati dei cimeli da personalizzare. Ogni biker vuole un modello che lo rappresenti e identifichi.
Non conta che sia modulare o integrale, da cross o jet, il casco deve rispecchiare la personalità di chi lo indossa. Questa moda è iniziata soprattutto nel mondo delle corse, quando ogni pilota ha iniziato a personalizzare il proprio outfit, casco incluso.
Oggi si trovano anche in vendita modelli replica dei nostri campioni, addirittura in alcune aste è possibile acquistare gli originali; non esattamente convenienti in funzione del rapporto qualità- prezzo.
Cosa offrono oggi i caschi per moto?
Un tempo il casco per moto era un oggetto malvisto, scomodo ed ingombrante. Oggi come abbiamo già visto, è uno degli elementi indispensabili per garantire la sicurezza dei centauri.
Con l’avanzare delle tecnologie, l’avvento dei cellulari, delle comunicazioni, anche i caschi si sono evoluti. Non parliamo quindi solo di sicurezza, ma anche di comfort e comodità.
Per esempio se in passato, il cellulare squillava, il biker era obbligato ad accostare, togliere casco, guanti, rispondere al telefono. Perdita di tempo, negligenza, poca comodità.
Cosa peggiore furono le violazioni delle normative: molti infilavano il cellulare incastrato nel casco, indossavano gli auricolari e questi, in casi particolari, erano controproducenti.
Le cuffie potevano impedire al biker di udire i suoni delle sirene, mentre incastrare il telefono nel casco, in caso di impatto, influiva negativamente sull’efficienza protettiva del casco..
Per ovviare a queste problematiche, vennero progettati dei caschi che corrispondessero alle normative di omologazione, ai codici della strada e che permettessero ai motociclisti di poter comunicare. Abbiamo quindi dei caschi con impianti audio integrati o kit di assemblaggio per renderli tali.
Altro punto sono le prese d’aria e i parasole: un tempo i caschi erano chiusi, lasciavano poco spazio per il ricircolo dell’aria e questo rappresentava un problema. In caso di condizioni climatiche avverse, il casco poteva rapidamente appannarsi e aumentava, quindi, il rischio di collisioni.
Anche i portatori obbligati di sistemi di correzione (gli occhiali da vista secondo la norma, ndr), riscontravano questi problemi; spesso più di altri. Anche qui, quindi, si provvedette ad implementare dei sistemi di ricircolo dell’aria.
Gli ultimi modelli presentano anche delle soluzioni per la protezione dai raggi solari: solitamente si tratta di una piccola visiera interna che, azionata, scende di fronte agli occhi e sostituisce gli occhiali da sole. La soluzione adottata ha aiutato sia portatori di occhiali che biker normovedenti.
L’innovazione tecnologica si fa sentire anche nel mondo delle due ruote: è del 2017 la novità dei nuovi outfit in cui agli ABS vengono affiancati i recenti materiali prodotti con nanotecnologie. Siamo in presenza di composti molecolari a forma morbida, ma che in caso d’impatto si induriscono all’istante, garantendo una maggior protezione del motociclista.